sabato 28 gennaio 2012

DOLCE PAUSA RELAX

Sto davvero inguaiata tra Scuola di Fumetto in chiusura (ritardata), i corsi online sempre più densi (a primavera partiranno anche stage di sceneggiatura e corsi di fumetto e illustrazione), un'altra novità che vi dico nei prossimi giorni, sogni nel cassetto che trio fuori adesso, che più si fa più si riesce a fare... e alla fine sono salita a Milano con un paio di impegni di lavoro e così sono passata alla Galleria Nuages giusto in tempo.

E se vi siete persi l'inaugurazione leccatevi i baffi qui e andate a vedervi i disegni che sono ancora appesi per un po'.
Questo non è un post serio, completo e approfondito.
Lo so, Matticchio lo meriterebbe, è uno dei figurinai più geniali della nostra generazione (nostre generazioni, anzi) e uno dei pochi che va chiamato così... perché è più che un illustratore, e più di un vignettista... non lo dico per renderlo superiore, ma piuttosto "altro". Alieno com'è, dal vantarsi, dal parlare, ma anche dall'essere completamente "umano". Umanissimo perbacco! Ma anche alieno sì. Ma guardate le sue donne elefante, i suoi animali, le ragazze allampanate, gli omini stupefatti, le mani che nascono da ombre.
Dovrebbe illustrare George Perec. Ecco.
Se Matticchio è partito a volte da Roland Topor a me ricorda anche Edward Gorey, per l'inquietudine ironica dei suoi personaggi assaliti da incubi con i quali non sarebbe brutto andare a prendere un tè.
Fine delle citazioni colte.

Matticchio questa è la prima volta che l'ho incontrato de visu e... stavo per fare un confronto con Dino Battaglia, che aveva la nomea di scontroso e invece si rivelava sempre gentile  e attento e caloroso. Matticchio di cui si dice timidezza e la grande simpatia, appare gentile, simpatico e molto chiacchierabile, ma in qualche cosa mi ricorda la discrezione affettuosa di Dino. In qualche modo insomma stavo per confrontarlo, probabilmente in modo inutile, a Battaglia, quando mi sono ricordata che di Battaglia abbiamo parlato, ma quasi per caso, lui e io. Perché lui ne aveva conosciuto il figlio, da ragazzi, erano vicini di casa.
Ora la pianto di dire cose inutilie e metto solo qualche foto e qualche immagine di quelle che troverete esposte (se siete un poco ricchi compratele) e della serata.
Poi vedrete una torta.





La ricetta la trovate nel blog di Anita, che se ho ben capito la meravigliosa cuoca (Anita Franchella, nella foto qua sopra) che l'ha fatta (e lo dico perché l'ho mangiata, non per la sola fotografia) è figlia del marito della gallerista, Cristina Taverna. Ma siccome ho un blog di ricette (casarecce e contornate di ricordi) qui, mi piace rimandarvi QUA al blog della cuoca, così se non potete comprarvi un Matticchio, o non siete a Milano, potete cuocervi la torta che lui ha tagliato con le sue sante manine...
Cin cin!

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